Scuola e Migrazioni
Fulvia Caruso - Vinicio Ongini (a cura di), Scuola, Migrazioni e pluralismo religioso, Todi (PG), Fondazione Migrantes, Tau Editrice, 2017, pp. 220.
La scuola è luogo privilegiato dove apprendere a diventare uomini e donne maturi. Attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze ed attraverso lo sviluppo delle competenze l’alunno di oggi impara a divenire cittadino. Ma la scuola è e resterà soprattutto la palestra, il contesto privilegiato, dove esercitare le proprie attitudini all’accoglienza ed all’incontro con l’altro: chiunque esso sia e a prescindere dalle differenze etniche, culturali e religiose. Tra le finalità della riforma del sistema scolastico italiano, infatti, troviamo evidenziate quelle volte a “realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva” (L. 107/15). Una prospettiva, dunque, per il futuro ma tutta da sperimentare; in quanto, come scrive Rosa De Pasquale, «in un tempo di forte cambiamento la scuola è capace di generare un nuovo tipo di cultura e cioè “la cultura dell’incontro”, cultura oggi necessaria perché le singole parti possono essere comprese solo conoscendo il rapporto che hanno con l’insieme in cui sono integrate» (p. 28).
Riflettere sul ruolo svolto oggi dalla scuola nel complesso sistema migratorio nazionale, rispetto anche alle religioni che i migranti professano, è molto importante soprattutto nell’ottica di una formazione ampia e diversificata che travalica le singole discipline apprese a vantaggio della cittadinanza attiva.
In tale, non semplice, contesto didattico-educativo trova utile inserimento il numero nove dei Quaderni della Fondazione Migrantes, che pubblica gli interventi di due seminari tenutisi presso l’Istituto Superiore “Torriani” di Cremona nel giugno 2016.
Il corposo volume, che raccoglie gli interventi dei relatori, si sviluppa su due sezioni differenti ma ben integrate. La prima, dedicata a “Migrazioni, educazione, nuove generazioni italiane”, raccoglie diciassette saggi che esaminano le dinamiche, le buone prassi, le indagini sociologiche e le idee sulle modalità di comunicare oggi a scuola e nella società attraverso la fede religiosa e la tradizione delle diverse identità culturali presenti sul nostro territorio nazionale e soprattutto nelle nostre scuole. Si evince, inoltre, grazie ad alcune indagini recenti che - come scrive Paola Bignardi - «l’atteggiamento dei Millennials italiani verso coloro che professano religioni altre è di apertura, di dialogo, di profondo rispetto» (p. 108). È interessante, perciò, approfondire e sviluppare nuovi filoni di ricerca in ambito sociale attraverso una indagine che prenda avvio dalla necessità di valorizzare l’incontro con l’altro, senza pregiudizi e chiusure. L’ascolto, il dialogo ed il confronto costruiscono ponti verso la conoscenza dell’altro. Maura Ruggeri, assessore alla scuola e vicesindaco di Cremone, sottolinea - infatti - come «sull’incontro si fonda il futuro di una comunità, senza riconoscimento non c’è futuro e la scuola, così come altri luoghi educativi di riconoscimento delle differenti esperienze culturali e religiose, può essere laboratorio di futuro per la città, per la comunità» (p. 144).
La seconda parte del volume approfondisce un tema molto interessante e sempre nuovo nelle sue differenti sfaccettature: “Il ruolo delle musica nel fenomeno migratorio: la Chiesa e la scuola”.
Le note utilizzate dal compositore sul pentagramma sono differenti, come differenti sono le tonalità che definiscono una musica. Se le note, dunque, non fossero tali non si potrebbe nemmeno utilizzare il termine “armonia”. Ogni musica ha però differenti generi, stili e forme. La musica, allora, diviene metafora della complessità della vita quotidiana.
Nove interventi scandiscono i passaggi di questa sezione; nell’introdurla Fulvia Caruso scrive: «La lettura dei diversi contributi fa emergere, al di là di tutto, la ricchezza dei linguaggi musicali delle diverse culture e l’intensità che esprimono sia nei contesti religiosi sia a scuola. I due luoghi -la scuola e la chiesa- mostrano entrambi come la realtà contemporanea sia sempre più multiculturale, portando persone di luoghi diversi a convivere e condividere esperienze. Da ogni contributo emerge come le musiche che accompagnano queste realtà contemporanee siano allo stesso tempo veicolo di appartenenza specifica e strumento di comunicazione con le alterità» (p. 149).
Analizzare singolarmente le idee ed i risultati scientifici proposti, in questa interessante sezione del volume, non è materialmente possibile; ma è fattibile evidenziare il percorso che essi definiscono. La musica, cioè, letta nelle sue similitudini e “preziosità” offre innumerevoli potenzialità per la conoscenza dell’altro, della sua cultura, del suo modo di essere e del suo differente modo di esprimere la vita; anche nel contesto scuola. Dal dialogo e dal confronto costante possono scaturire nuove idee e nuove energie per aggiornare stili e metodi di insegnamento ed apprendimento, oltre che guardare al futuro della scuola italiana con rinnovata positività.
Pietro Manca
Studi Emigrazione, LV, n. 209, 2018