L’esame di terza media al tempo del coronavirus

L’esame di terza media al tempo del coronavirus
A student follows an online lesson in front of the personal computer due to the closure of the schools for the emergency from COVID-19, Milan, April 2, 2020. ANSA / MATTEO CORNER

Terminata la scuola con le lezioni a distanza, partono gli esami della scuola media. I ragazzi delle terze classi discuteranno on line un elaborato concordato con gli insegnanti. Intanto il decreto scuola diventa legge.

Giugno è tempo di esami. Entro fine mese gli alunni delle terze classi degli istituti scolastici secondari di primo grado affronteranno l’esame di Stato secondo una modalità totalmente diversa a causa della pandemia di Covid-19. Ogni scuola definirà la data delle verifiche. Gli studenti e le studentesse delle scuole medie discuteranno on line un elaborato concordato con gli insegnanti e che è stato consegnato entro maggio. Un traguardo a cui si giunge dopo tre mesi di lezioni a distanza via internet. Questo ha stravolto la didattica tradizionale, ma ha anche consentito di arrivare alla conclusione dell’anno scolastico. Intanto sembra confermata la volontà di riaprire gli istituti a settembre e di riprendere la normale attività educativa in presenza con opportune misure di sicurezza.

Come si svolgerà l’esame

Al posto dell’esame tradizionale, costituito da tre prove scritte (italiano, inglese, matematica) e da un colloquio, gli studenti discuteranno oralmente una tesina da loro scritta. E’ questo un altro effetto della pandemia di Covid-19. “Un elaborato che chiaramente è stato guidato da noi insegnanti”, spiega Maria Pia Tomassini, preside del collegio lasalliano San Giuseppe De Merode di Roma. “Noi abbiamo affidato ad ogni ragazzo un tema, sul quale abbiamo cercato di farli ragionare in merito a quelli che potevano essere i collegamenti trasversali e interdisciplinari fatti in maniera coerente e corretta”. Gli studenti poi esporranno l’elaborato in un colloquio orale, che si svolgerà on line. Le novità riguarderanno anche il giudizio finale: “Noi cercheremo di valutare non tanto i riferimenti culturali, che sono di facile reperibilità”, continua l’insegnate, “ma piuttosto le considerazioni personali contestualizzate al momento attuale”.

Infine uno scrutinio finale stabilirà un voto in decimi, che terrà conto del percorso fatto nei tre anni. Per questi motivi, sostiene la preside, “non esiste più la parola esame quest’anno, perché i ragazzi verranno accompagnati al ciclo successivo”.

Giordano Contu


Fonte: VaticanNews

Tonio Rollo

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